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Un pensiero di ammirazione e gratitudine all'architetto Vito Sonzogni
22 Luglio 2017
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Ieri notte è mancato l'architetto Vito Sonzogni, indubbio protagonista del contesto socio-culturale e politico lombardo. Ci piace però ricordarlo quale appassionato amante della montagna che lo ha formato, da sempre legato alla storia sociale e alle vicende della sua valle, estimatore di paesaggi e architetture rurali ammirate, studiate e assimilate profondamente, senza disattendere o mascherare gli aspetti umani delle identità dei luoghi e i bisogni delle persone. Con profondo e silenzioso rispetto. Basti leggere la sua presentazione "Lo specchio della mia valle antica", pubblicata in apertura del volume "Tradizioni e lavoro in montagna" di Emilio Moreschi (Centro Studi Valle Imagna, 2008), per cogliere la profondità e l'acutezza delle sue osservazioni.
Recentemente, durante una visita nella sua abitazione in Bergamo con gli amici Cesare Rota Nodari e Pino Capellini (cui si riferisce la fotografia riportata), aveva espresso il desiderio di fare visita alla Bibliosteria di Cà Berizzi, attratto dalla dimensione architettonica e culturale del progetto di rigenerazione sociale di un luogo montano assai particolare, ma l'aggravarsi della malattia lo ha gradualmente allontanato dalle cose terrene.
Lo pensiamo con tanta ammirazione e gratitudine e lo salutiamo, guardandolo in fotografia, con una simbolica forte stretta di mano, come si usa fare ancora nelle nostre valli. Con tributo d'onore.
Antonio Carminati, direttore del Centro Studi Valle Imagna
22 luglio 2017