VIVERE IN VALLE IMAGNA (1591-1681)
Giovanni Antonio, Giacomo e Andrea Pederbelli
I matrimoni, i testamenti, le compravendite, gli accordi, la gestione del patrimonio familiare, la partecipazione alla vita della propria comunità, le pratiche religiose, il sostegno alle attività benefiche: questi e tanti altri aspetti della vita pubblica e privata emergono dagli atti dei notai Giovanni Antonio, Giacomo e Andrea Pederbelli che operarono in Valle Imagna tra il 1591 e il 1681, anni difficili (penuriosi et calamitosi) a causa di due epidemie di peste e, in generale, di particolari condizioni economiche e politiche. Gli individui che vissero e operarono in quei tempi sono colti nelle attività e nelle azioni che ne determinarono e condizionarono le scelte e il destino, inseriti, come erano, in un preciso contesto familiare e sociale e costretti a confrontarsi con particolari fattori geografici e territoriali. Molti di essi decisero di andare per il mondo, lontano dalla propria terra alla ricerca di una vita migliore pur mantenendo solidi legami con i luoghi di origine. Luoghi dove la vita quotidiana trovava due solidi punti di riferimento: la Cà e la Chiesa Parrocchiale. La prima, i cui aspetti edilizi e residenziali sono puntualmente descritti (inventari, compravendite, locazioni, ecc.), identificava la famiglia stessa nella sua unità e coesione; la Chiesa, invece, era non solo il luogo dove la collettività si ritrovava per partecipare alle pratiche religiose, ma anche l’ambito dove i vicini si riunivano per gestire e amministrare i beni comuni. Contribuiscono a completare un quadro ricco di suggestioni e di vita le notizie che riguardano, oltre agli usi e costumi, gli oggetti di uso quotidiano, l’abbigliamento, gli arnesi di lavoro, i mestieri e le professioni, i nomi e i soprannomi. La ricerca, infine, è completata dai regesti degli atti rogati dai tre notai.