Aarau, Zurigo, San Gallo: lungo questo percorso della Svizzera interna si è sviluppata l'indagine sulle fonti orali del Centro Studi Valle Imagna, per la raccolta di testimonianze offerte da alcuni protagonisti dell'emigrazione bergamasca nel secondo dopoguerra.
A distanza di poco più di due anni dalla prima ricerca nella Svizzera francese, precisamente nel Nord Vaudois, l'attenzione si è concentrata su un'altra regione elvetica con forti connotazioni migratorie: anziché boscaioli e carbonai, ecco soprattutto operai e muratori; al posto di casalinghe e operaie orologiaie, hanno parlato di sé donne da anni occupate in stabilimenti di calzature, abbigliamento, confetture, gran parte dei quali oggi hanno cessato la produzione, oppure l'hanno esportata altrove, specialmente nelle regioni dell'Est europeo, dove il costo della manodopera è decisamente inferiore