Il caso Matiussi
Il libro offre un’ampia documentazione storica relativa ad alcuni aspetti della vita ecclesiale di Bergamo nel primo decennio del Novecento. La pubblicazione è costituita da due parti. La prima pone al centro la figura e l’insegnamento del vescovo di Bergamo, mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi, dal 1905 - anno della sua consacrazione episcopale - fino alla sua morte, avvenuta nel 1914. Nelle pagine iniziali viene presentata in sintesi la biografia di mons. Radini Tedeschi. Nelle successive viene illustrato l’insegnamento del Vescovo in tema di azione sociale, riprendendo soprattutto le sue note apparse sulla rivista ufficiale della diocesi. Nella seconda parte, invece, viene presentato un ricco epistolario relativo alle vicende che, dal nome del padre gesuita protagonista di quegli eventi, vennero definite come il Caso Mattiussi. A Bergamo, fin dagli inizi del secolo XIX era stata istituita, per volere di papa Pio X, una Scuola Sociale per la formazione dei dirigenti dell’Azione Cattolica. Nel corso dell’anno accademico 1911 il padre gesuita Guido Mattiussi era stato chiamato ad insegnare apologetica. Nello svolgimento del suo incarico, durante alcune lezioni il gesuita friulano espresse durissime posizioni di critica nei confronti di personalità religiose e laiche e contro alcuni quotidiani cattolici che, a suo modo di vedere, non erano in alcun modo in linea con gli insegnamenti di Pio X. Ciò suscitò le risposte di coloro che erano stati investiti da queste condanne, ritenute del tutto ingiustificate. Il lettore, pertanto, potrà conoscere alcuni dettagli di questo dibattito dai toni, a volte, anche risentiti. Più di tutti si espose il vescovo di Bergamo, il quale si sentiva direttamente in causa. Toccava a lui, infatti, sovrintendere all’andamento della scuola; inoltre, sentiva rivolte direttamente a lui alcune delle reprimende dell’intransigente padre Mattiussi. A fianco del vescovo si incontra una coralità di espressioni formulate dai più diretti interessati alle conduzione della scuola. Tra questi anche don Angelo Giuseppe Roncalli, segretario del vescovo e, in quel periodo, anche insegnante in Seminario. In quel periodo infuriava, aspra e drammatica, la polemica contro il Modernismo, che tante lacerazioni causò tra sacerdoti e laici.