Questo sito Web è conforme alla normativa EU GDPR e utilizza cookie tecnici e funzionali per migliorare la tua esperienza e mantenere la tua sessione. Per registrare un account, contattarci, ottenere i nostri prodotti o servizi devi accettare la nostra INFORMATIVA SULLA PRIVACY. Le modifiche effettuate alla nostra Informativa sulla Privacy entreranno automaticamente in vigore il 25 maggio 2018, quindi se continuerai ad utilizzare il nostro sito sarai soggetto ad esse. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque elemento su questo sito acconsenti all'uso dei cookie e accetti la nostra POLITICA SUI COOKIE e sulla PRIVACY.

CENTRO STUDI VALLE IMAGNA

LA VALLE IMAGNA

Questa piccola valle è localizzata nel settore occidentale delle Prealpi Bergamasche: collocata a nord-ovest della città di Bergamo, l'area della Valle Imagna è compresa tra la Valle Brembana e la nuova Provincia di Lecco, ai piedi della sagoma frastagliata della cima Serrada, nella catena seghettata del Resegone. Il suo territorio, meglio conosciuto quale diramazione del versante destro della Valle Brembana, fonda la propria origine toponimica dal torrente "Imagna" che l'attraversa in tutta la sua lunghezza ed è portatore di un'esperienza socio-economica ed insediativa specifica, ossia con caratteristiche e problematiche tipiche, ancorchè contigue rispetto alle aree circostanti (senza, per questo, invocare ad ogni costo l'originalità).

Sotto il profilo politico-amministrativo la comunità comprensoriale della Valle Imagna, che si estende su una superficie complessiva di 108,64 Kmq., abbraccia oggi diciassette Comuni, dei quali tredici sono inseriti nel bacino naturale della valle, mentre i rimanenti quattro sono disposti sul fondovalle e all'esterno della corona montana. La zona propriamente montana raggruppa i nuclei compresi nel bacino idrografico del torrente Imagna (Bedulita, Berbenno, Brumano, Capizzone, Corna Imagna, Costa Imagna, Fuipiano, Locatello, Roncola, Rota Imagna, S. Omobono, Strozza e Valsecca), con una superficie di 70,89 Kmq. La parte rimanente di territorio, posta all’esterno della corona valliva, si estende per 37,75 Kmq. e comprende i quattro Comuni di fondovalle attestati sulle pendici del complesso montuoso dell’Albenza (Almenno San Bartolomeo, Almenno San Salvatore, Caprino Bergamasco e Palazzago), facenti parte dei bacini idrografici del fiume Brembo e dei torrenti Tornago e Sonna. Il capoluogo storico della valle era posto in Almenno San Salvatore, già sede di pieve e centro di corte longobarda, poi anche del vicariato veneto. La suddivisione in due zone non risponde solo a connotazioni geografiche e geomorfologiche, ma anche alla presenza di caratteri omogenei sia sotto il profilo economico che sociale.


Nucleo Ciarì di Locatello

Il territorio imagnino in senso proprio, quello cioè incluso nella conca valliva, è caratterizzato dalla presenza di numerosi villaggi di piccole dimensioni, i quali, a loro volta, conservano al proprio interno la divisione urbanistico-culturale zonale delle contrade. L'uomo ha, nel corso dei secoli passati, occupato gran parte del territorio della valle, privilegiando innanzitutto quelle aree disposte sui versanti meglio soleggiati e ad elevata vocazione colturale; l'ambiente valligiano risulta oggi fortemente antropizzato: i segni distintivi (terrazzamenti, fabbricati rurali, manufatti,...) della trascorsa e attiva presenza dell'uomo-agricoltore, ad esempio, rimangono tuttora a coronare il paesaggio circostante di una rara bellezza.


Il villaggio di Fuipiano con il Resegone sullo sfondo.

L'orientamento generale favorevole, l'ubicazione del monte più elevato al margine settentrionale e la morfologia complessiva determinano un soleggiamento abbastanza diffuso, con conseguenti vantaggi per gli insediamenti e le colture, nel passato particolarmente generosi sul versante sinistro della valle, che si estende da Locatello a Berbenno, grazie alla sua ottimale esposizione a mezzogiorno. Sul versante opposto, invece, poco esposto, quelle popolazioni trovarono altri sbocchi economici, ad esempio nel commercio.
Da un punto di vista altimetrico, le quote sul livello del mare variano da un minimo di mt. 230 alla confluenza del torrente Imagna con il fiume Brembo, sino ad un massimo di mt. 1.875 del monte Serrada, facente parte del complesso montuoso del Resegone. La maggior concentrazione degli insediamenti si trova tra i 500 e i 700 mt. s.l.m., anche se si hanno nuclei fino a 1100 metri di quota: circa il 39% della superficie territoriale è rappresentata da terreni che raggiungono i 500 metri di quota, il 37% circa da aree poste tra i 500 ed i 900 metri, ed il restante 24% tra i 900 ed i 1875 metri. Sotto il profilo della morfologia naturale dei luoghi, la Valle Imagna rappresenta una unità ambientale unica e coincide con il bacino idrografico del torrente Imagna. Essa è circoscritta e definita da un modesto catino montano, con andamento longitudinale nord-ovest/sud-est, delimitato da cime e crinali (il complesso montuoso del Resegone raggiunge oltre 1850 metri di quota) di notevole rilevanza paesistica.

Il catino montano dell'alta Valle Imagna.
Il catino montano dell'alta Valle Imagna.

Così l'abate Antonio Stoppani, nel suo "Bel Paese", si esprimeva descrivendo la Valle Imagna:

"(...) Oh, come è bella questa valle! Quasi una conca ellittica, scavata in seno alle montagne, colle sponde di lividi calcari, e il fondo di neri schisti, che paiono carbone; ma riccamente coperta di boschi, di prati, di colli; e su quel manto di lieve verzura, rotto da severe bizzarre rupi, spiccano gli sparsi casolari, i paeselli, le chiese, le torri. Quando il cielo è azzurro, la valle somiglia ad un vaso di smeraldo storiato, con un coperchio di zaffiro trasparente (...)".

L'esigua distanza della valle dai grossi centri urbani di Bergamo (percorrenza media: km. 25) e di Milano (percorrenza media: km. 50) e da alcune importanti arterie di comunicazione (25 km.circa dall’aeroporto di Orio al Serio e dall’autostrada Milano-Venezia), ha determinato l'insorgere di non pochi problemi in termini di coerenti rapporti socio-economici e di relazioni culturali tra il mondo della città e quello tradizionale della montagna. Specialmente alcuni paesi del fondovalle, infatti,sono oggi caratterizzati dalle esigenze e dalle dimensioni tipiche della periferia urbana e dell'hinterland cittadino.