La missione è una vocazione: una chiamata ed una risposta. C’è di mezzo una relazione che si moltiplica all’infinito. E poi un tempo abitato dalla provvidenza e segnato dalla misericordia. Il tutto diventa un racconto: è il racconto di una vita. Lo stupore è perché anche oggi siamo testimoni di cose meravigliose e non potrebbe essere diversamente davanti all’opera di Dio, perché la missione è opera di Dio!
Solo così è possibile comprendere la vita e la morte di Antonia Locatelli.
Da queste pagine, imbevute di passione e speranza, è possibile stabilire un contatto, profondo e significativo, con un’esperienza traumaticamente segnata dalla morte, ma indiscutibilmente radicata nel mistero della vita. Il passaggio dal paese al mondo offre al lettore l’opportunità di rileggere se stesso nella ricerca della propria vocazione e nella scoperta di un ideale alto della vita. L’occasione di collocare anche se stesso dentro una storia da assaporare e condividere.
“Una società di santi” diceva Giuseppe Toniolo, “salverà il mondo” e l’esigenza è quanto mai attuale. Antonia ha scritto nella sua vita la bellezza straordinaria della quotidianità, ha maturato le convinzioni della carità, ha dato voce alla giustizia e alla profezia. Il miracolo che Dio ha compiuto in lei è quello dell’ordinarietà rendendo straordinaria la sua vita. Ogni piccolo impegno, scelta, istante, così come ogni fatica e sconfitta, sono diventati evento di partecipazione e condivisione alle sorti dell’umanità.
Si coglie un grido di dolore: è quello che invoca la libertà dalla violenza e matura nell’incontro con i poveri. Le parole che nascono dalla bocca di Antonia sono un progetto a lungo termine che l’umanità fatica a fare suo per la meschinità degli egoismi, la sfrontatezza dei poteri, l’ottusità degli interessi. Sviluppo, istruzione, salute e poi collaborazione, responsabilità, cultura: questo il mondo che la affascina e si realizza nella sua missione.
Il sapore della terra, che accarezzerà anche nel momento della morte nell’area antistante al suo Centro di formazione professionale a Nyamata, è certamente il tratto caratteristico della sua missione ed è quello che mi piacerebbe potesse custodire per sempre la nostra terra bergamasca.
Se è segnata da figure di spicco e da momenti eccezionali, la storia missionaria della nostra Chiesa è ancora di più intessuta da silenzi ed operosità, da sacrifici e passione nel quotidiano della missione.
Antonia è un nome, una storia, un segno che si accompagna a molti altri che, ovunque nel mondo, si sono lasciati portare dal Vangelo e hanno incarnato, con non poca fatica, il mistero stesso di Dio per l’uomo.
Leggere queste pagine è coinvolgente e nello stesso tempo impegnativo.
Grazie a chi, con precisione e cuore, ha voluto consegnarcele. E grazie a chi si farà carico di questa storia per continuare, personalmente e con la comunità cristiana, a percorrere la strade del mondo per tenere acceso il fuoco della missione.

Don Giambattista Boffi
Direttore Centro Missionario della Diocesi di Bergamo