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CENTRO STUDI VALLE IMAGNA

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Il Mago della Montagna

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Carlo Vitari visse a Brumano dal 1864 al 1936, dove fu maestro e insegnò ai bambini del villaggio i primi rudimenti della lettura e della scrittura, quando l’analfabetismo era ancora
una piaga sociale.
Contributo: 15,00 €
Descrizione

Nel piccolo villaggio sul monte, alle pendici del Resegone, egli mise a frutto - ovviamente sempre con spirito di
servizio - molte altre capacità. E’ stato scultore, scrittore e poeta, ma
anche geometra e musicista, saggio consulente e arbitro nelle vertenze
private tra gli abitanti, relative soprattutto alle questioni di proprietà
e di definizione di confini, che spesso era chiamato a dirimere.
Figlio di bergamini - lui stesso fu mandriano fino a ventisei anni -
nonostante avesse conseguito la licenza di maestro, mai abbandonò il
paese ai piedi della Costa del Palio, bensì si prodigò per restituire alla
sua gente i doni elargitigli da Minerva, che non lo volle mai definitivamente
lontano da quel presepe d’altri tempi e dall’armento.
Il vecchio maestro di Brumano, attraverso questa pubblicazione,
sapientemente curata da Sarah Gazzola, Sergio Poli e Alberto Benini,
ritorna a far parlare di sé. Se a distanza di tanti anni è stato possibile
ricostruire gran parte della sua produzione artistica, dobbiamo ringraziare quei parenti che hanno conservato diligentemente un quadernetto
autografo predisposto dallo stesso Carlo Vitari, ma anche allo scorrere
del tempo tutto sommato clemente nei confronti di gran parte di
sculture sparse nei boschi, nonostgante evidenti atteggiamenti di incuria. La sua opera educativa e artistica riflette la scelta singolare di trasferire
nel contesto di Brumano arte e cultura non limitate all’adempimento
dei compiti connessi con l’istruzione elementare. Carlo Vitari ha
saputo espanbdere all’intorno continui stimoli e interessi creativi
anche negli altri campi dell’arte e dell’esercizio di talune professioni
connesse alle esigenze concrete delle famiglie rurali. Il volume, infatti,
intende non solo aprire un canale di ricerca e di conoscenza per
avvicinarsi alle sculture e agli scritti di Carlo Vitari, ma rappresenta
un esplicito invito alla rilettura della storia sociale delle persone che
hanno caratterizzata e resa vivace, per certi aspetti anche singolare,
un’esperienza insediativa collettiva, che nei secoli trascorsi si è sviluppata
nella conca d’Imagna e sui suoi versanti. Un vero omaggio,
dunque, ai luoghi della vita e del lavoro degli abitanti di Brumano di
ieri e di oggi, oltre che un atteggiamento riconoscente nei confronti
delle espressioni culturali e creative, da porre in relazione non solo
alle istanze di quanto risultava “necessario” alla sussistenza del
gruppo, ma anche di ciò che pareva “migliore” o “più bello”. Ecco
dunque che, seppure in un contesto ambientale apparentemente isolato
e marginale, la pietra cessa di essere solamente il semplice materiale
per la costruzione di case e stalle, utilizzata nei pavimenti, per i
muri perimetrali in elevazione o nelle caratteristiche coperture dei
tetti, ma inaspettatamente diventa la materia prima da cui ricavare
un’opera d’arte, frutto della creatività e dell’ingegno dell’artista lapicida
e costruttore. Dall’utile (o necessario) al bello, anche sotto il
profilo estetico e del gusto popolare.
Gli autori di questa preziosa monografia hanno bene descritto e sviscerato
i diversi aspetti storici e artistici connessi con la produzione e
l’opera del Maestro, estendendo l’indagine alle sue manifestazioni
sociali salienti: un significativo contributo utile a cogliere la dimensione
umana della comunità di Brumano di oltre cent’anni fa, per ricostruire
alcuni aspetti “ambientali” del contesto concreto dei luoghi,
senza trascurare l’ambito emozionale e soggettivo dell’esperienza di
vita personale dell’artista, nel contesto del gruppo sociale di appartenenza.
Le opere scultoree del Maestro costituiscono parte integrante
dell’ambiente rurale nel quale si trovano inserite, pur trattando argomenti
anche di natura religiosa e filosofica, mentre molti testi letterari
richiamano persone e situazioni ben conosciute dalla comunità locale.
Dopo avere ricostruito le circostanze di tempo e di luogo che hanno contribuito a delineare le sensibilità del maestro, mettendo a fuoco i
suoi interessi poliedrici, al termine del volume viene offerta la testimonianza
diretta resa da Giuseppe Manzoni (classe 1923). Questi ha
conosciuto personalmente il Maestro e ha assistito al fenomeno epocale
di trasformazione del paese, con la fine della civiltà dei bergamini
e l’abbandono delle terre di monte. Egli non ci parla solo del
Maestro e di come l’artista era rappresentato tra gli abitanti del villaggio,
ma racconta la dimensione rurale di Brumano nel suo complesso,
senza cioè trascurare altre situazioni rilevanti, come l’emigrazione
e la guerra, che hanno caratterizzato, con il loro carico di
dramma umano, il Novecento valligiano.

Luogo di edizione: Bergamo
Anno di edizione: 2010
Autore: Sarah Gazzola, Sergio Poli, Alberto Benini
Pagine: 240