Questo sito Web è conforme alla normativa EU GDPR e utilizza cookie tecnici e funzionali per migliorare la tua esperienza e mantenere la tua sessione. Per registrare un account, contattarci, ottenere i nostri prodotti o servizi devi accettare la nostra INFORMATIVA SULLA PRIVACY. Le modifiche effettuate alla nostra Informativa sulla Privacy entreranno automaticamente in vigore il 25 maggio 2018, quindi se continuerai ad utilizzare il nostro sito sarai soggetto ad esse. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque elemento su questo sito acconsenti all'uso dei cookie e accetti la nostra POLITICA SUI COOKIE e sulla PRIVACY.

CENTRO STUDI VALLE IMAGNA

Sei qui: Home Collane Altre Edizioni Itinerario Artistico-ambientale a Brumano, in Valle Imagna

 

Itinerario Artistico-ambientale a Brumano, in Valle Imagna

Email
Il pieghevole intende offrire un primo spunto per l'approccio alle sculture di Carlo Vitari, maestro elementare vissuto a Brumano dal 1864 al 1936, che attualmente si trovano sparse nei boschi e nei prati di Brumano.
Contributo: 0,00 €
Descrizione

L’itinerario artistico-ambientale.
I boschi di Brumano non sono solo un suggestivo fondale alle opere scultoree di Carlo Vitari, ma ne costituiscono
parte integrante. Il maestro, col suo fare arte svincolato dalla codificata formazione accademica, libero a tal punto
da apparire ingenuo, ha scelto di scolpire blocchi di pietra locale concretizzando un continuum tra la materia dell’opera, lo spazio, il tempo e il nucleo concettuale. Ha collocato
le steli lungo un percorso che, attraverso la visione delle bellezze naturalistiche della Valle Imagna, conduce pazientemente l’osservatore - con la ruvida saggezza tipica
della montagna - alla scoperta del senso di immagini altrimenti arcane. Incamminarsi lungo i sentieri alla ricerca delle opere non vuol dire soltanto riaccostarsi a una tradizione
da recuperare. Adattando il passo alle asperità del terreno, lasciandosi stupire dalla modulazione cangiante
della luce, che penetra tra le foglie e svela le pietre, passando lentamente le proprie mani sulle rughe scalpellate nella pietra si potrà cogliere il reale valore delle opere di Carlo Vitari. Prive di qualsiasi appariscenza, esse propongono una con-fusione di esiti formali non costantemente omogenei,
citazioni iconografiche di gusto popolare e rielaborazioni personali che testimoniano la conoscenza degli affreschi giotteschi della Basilica di Assisi, dello stiacciato prospettico
di Donatello e degli arditi scorci di Tintoretto. I bassorilievi del maestro si trovano quasi tutti ancora in
situ, nel medesimo luogo dove furono pensati e scolpiti, e solo una piccola parte di essi è stata spostata per salvarla dalla distruzione. Per conoscere le opere, tutte all’aperto e
sempre visibili, ripercorriamo idealmente l’itinerario seguito dai viaggiatori che salivano a Brumano da Rota, lungo l’antica mulattiera. Per comodità, l’itinerario può essere esplorato partendo anche dal centro del paese. Carlo Vitari ha impiegato la tecnica scultorea che permette
di creare le forme per sottrazione dalle lastre o dai massi calcarei del luogo: attraverso l’uso di strumenti in grado di
intaccare la dura superficie della materia (scalpello e martello) l’artista ha asportato le parti superflue della pietra al fine di farne emergere la forma desiderata. Una tecnica particolarmente difficoltosa, padroneggiata solo da grandi artisti (Buonarroti, Bernini, Canova), poiché l’asportazione della materia impedisce la correzione di qualsiasi errore o imprecisione. Le opere del Maestro sono caratterizzate da una plastica essenzialità e non prevedono l’aggiunta
di alcun particolare decorativo né di altre connotazioni o attribuzioni iconografiche specifiche. Ciò contribuisce ad integrare le sculture nell’ambiente locale, senza creare un
forte distacco tra la natura e la realizzazione artistica.
-
Il maestro Carlo Vitari di Brumano
Carlo Vitari è nato a Brumano il 29 maggio 1864, nella contrada Cornelli, da Antonio Vitari (Pisca) e Margherita
Rota (Cottina). Appartenente a una numerosa famiglia di bergamini, settimo di nove fratelli, dopo essersi dedicato
all’allevamento dei bovini, che comportava la ciclica transumanza
dal monte al piano, all’età di quarantadue anni ha ottenuto l’abilitazione all’insegnamento elementare presso la Scuola Normale di Treviglio, con diploma rilasciato dal
Ministro della Pubblica Istruzione il 18 aprile 1904. Dai registri scolastici si ricava però che Carlo Vitari insegnò a
Brumano ininterrottamente per ventinove anni, dall’ottobre 1892 al luglio 1921 e che, quindi, aveva iniziato a insegnare
dodici anni prima di avere l’abilitazione, quando per fare il maestro non era ancora indispensabile essere “abilitati”, ma bastava sapere leggere e scrivere. Nei quindici anni successivi, dal 1921 al 1936 poté dedicarsi alle sue passioni, cioè scolpire e scrivere poesie. In
effetti in quegli ultimi anni dovette godere anche di una certa popolarità, documentata da alcuni articoli apparsi
sulla stampa locale, che misero in evidenza le sue opere creative. A noi sono giunte diciassette sculture, realizzate dal 1926 (San Francesco) sino al 1934 (la Giustizia). Carlo Vitari si è dedicato alla scultura sino a quando le forze fisiche glielo hanno consentito, all’età di sessantasette anni. I temi delle sue sculture riguardano argomenti di carattere
religioso (Deus Pater), filosofico-letterario (Dante Alighieri), oppure relativi a persone da lui direttamente
conosciute (Don Gilardi). Nell’ultimo periodo della sua vita si dedicò anche alla scrittura, componendo una serie di
sonetti, dedicati agli amici o scaturiti da alcune circostanze particolari della vita, e proponendo anche riflessioni esistenziali. Dalle testimonianze
orali si evince che il cosiddetto
autoritratto, tuttora collocato fuori della sua casa, sia stato interrotto a causa della morte, sopraggiunta prima che il maestro riuscisse a completarlo. Negli ultimi anni della sua vita portava caratteristici occhialini, descritti dai giornalisti e visibili nelle poche fotografie, che gli servivano anche per nascondere un difetto fisico: scolpendo
la pietra, una scheggia di roccia lo ferì ad un occhio, compromettendogli per sempre la vista. Morì il 12 dicembre
1936 a Brumano per emorragia cerebrale.


Allegato PDF.

Image 1
Image 1 Image 1
Image 2
Image 2 Image 2

Luogo di edizione: Bergamo
Anno di edizione: 2010
Autore: Carlo Vitari